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venerdì 6 dicembre 2013

Nelson Mandela: da Fidel Castro ad Obama ( la parabola politica di un ex antimperialista ), di Stefano Zecchinelli



Come era prevedibile la morte di Nelson Mandela ha suscitato una ondata di commozione a sinistra ( anche fra tanti marxisti ), al centro e perfino a destra.

Questa figura, sorridente con tutti – come ha ben scritto Fulvio Grimaldi – da Bush a Fidel Castro, è diventata una icona dell’anti-razzismo mondiale e dell’antimperialismo. Sicuramente nulla da togliere al combattente anti-colonialista, però, la sua parabola politica merita di essere presa brevemente in esame in pochi punti problematici. Cercherò di fare questo seppur in estrema sintesi.

1. La pacificazione fra la borghesia bianca e la componente più moderata dell’ANC iniziò già nei primissimi anni ’80. Riportare qualche testimonianza autorevole non guasta in questi casi. Le  ‘ideologie dominanti’ si costruiscono in modo certosino con attività accademiche e mass mediatiche, quindi, riflettere su elementi ( fatti, esperienze ed analisi ) che possono farle vacillare credo che possa essere utile a tutti.

Scrive John Pilger: ‘Nel 1982, era stato portato da Robben Island al carcere di Pollsmoor, dove gli era consentito di ricevere visite. L'obiettivo del regime dell'apartheid era quello di dividere l'ANC tra i "moderati" con cui si poteva "fare affari" (Mandela, Thabo Mbeki e Oliver Tambo) e quelli in prima linea nei territori, appartenenti alla United Democratic Front (UDF). Il 5 luglio 1989, Mandela fu portato via dalla prigione in segreto per incontrare PW Botha, il presidente eletto dalla minoranza bianca del Paese, conosciuto come il Groot Krokodil (Grande Coccodrillo). Mandela aveva notato con grande piacere che era Botha stesso a servire il tè’.

Io ammetto che molte persone dicano ‘il Signor Stefano Zecchinelli è un perfetto nessuno, come si permette ad opinare contro un combattente come Mandela ?’. Sono d’accordo, sono un perfetto nessuno che poco fa e le sue opinioni, oggettivamente parlando, poco contano e sono di scarso significato scientifico. Non ho pretese ! Resta questo problema: io ho deciso di operare in antitesi alla ‘informazione’ dominante ed essendomi schierato all’interno di un conflitto sociale e classista, per coerenza, non posso silenziarmi. La testimonianza di Pilger deve farci fare almeno due domande: (1) cosa spinge la borghesia a cooptare ex guerriglieri o, se si vuole, ad assorbire le componenti più moderate di nobili movimenti di liberazione nazionale anche di orientamento marxista. (2) cosa spinge combattenti nobili ad accettare questi compromessi. 

Il Signor Zecchinelli è un signor Nessuno ( inverto le maiuscole ) ma le due domante restano. Mandela ha accettato di collaborare, il suo lascito politico non può prescindere da ciò. Mi dispiace ma è la dura realtà.

Cosa comporta ciò ? Semplice: in Sudafrica molti piangono Mandela ( che ha dimostrato di saper resiste al carcere e qui devo dire ONORE AL MERITO ) ma quanti piangerebbero il suo lascito politico reale ? Direi pochi e vediamo il motivo. Anche qui sarò breve ma, almeno, preciso.

2. Nelson Mandela ha gestito la transizione da un regime clientelare, dipendente dall’imperialismo e razzista ad uno Stato semi-dipendente ( quindi NON C’E’ STATA NESSUNA RIVOLUZIONE NAZIONALE ) e che, dal 2001 almeno, ha adottato in pieno il neo-liberismo.

I minatori neri che scioperano sono degli eroi, il mondo intero deve appoggiarli, la parola d’ordine di ogni antimperialista deve essere ‘siamo per un governo popolare dei neri’ ed è un fatto che i loro massacratori sono membri dell’ANC. Si dirà ‘membri di destra’, perfetto, ma cosa ha fatto Mandela per evitare questa deriva ? Io direi proprio nulla e spiego.

Come testimonia Hosea Jaffe: ‘il governo di Mandela non fece nulla per difendere Saro Wima. Le compagnie petrolifere sono legali e potenti anche in Sudafrica’. Con quali credenziali Mandela avrebbe dovuto difendere i minatori ? Con le stesse che l’hanno portato ad abbandonare lo scrittore antimperialista Saro Wima. Duole dirlo ma il lascito del Mandela politico è catastrofico.

Diamo qualche altro elemento per capire. Ricito ( mi scuso per l’ennesima citazione ma trovo la sua testimonianza molto interessante ) John Pilger: ‘Negli anni Ottanta, il regime di Botha aveva dato a imprenditori neri generosi prestiti, permettendo loro di costituire società fuori dei bantustan [aree in cui i neri avevano l'obbligo di risiedere]. Una nuova borghesia nera era emersa rapidamente, insieme a un clientelismo dilagante. Molti capi dell'ANC andavano a vivere in case sontuose site in aree lussuose con campi di golf. Man mano che le disparità tra i bianchi e i neri diminuivano, aumentavano quelle tra neri e neri.’

Mandela non ha fatto altro che portare politicamente al potere la borghesia nera in un sistema dominato dalle multinazionali anglo-americane che, come mi faceva notare un acuto compagno, avevano vari limiti durante il periodo dello sfruttamento colonialistico olandese ( i calvinisti vogliono la torta tutta per loro ! ). Questo è tutto, del resto, nel 2001 lo speculatore internazionale Gerge Soros ha affermato che ‘Il Sudafrica è nelle mani del capitale internazionale’.

Madiba entrò, oltretutto, in massoneria ( Ordine di Malta ), passaggio necessario per avere il rispetto di sanguisughe e figli di puttana schifosissimi ( mi scuso per il linguaggio ) del calibro di Bush ( uno che schifo molto più di Hitler ! ). No, non credo che questo valido personaggio possa diventare una icona per un marxista.

3. Si dice: ‘Mandela era un sostenitore della causa palestinese’. Perfetto, ma Mandela ha MAI DISCONOSCIUTO IL DIRITTO D’ESISTERE D’ISRAELE IN QUANTO STATO RAZZISTA ? Non mi risulta !

C’è un motivo per cui esponenti della borghesia parlano della soluzione sudafricana per la Palestina: attraverso la soluzione dei ‘due Stati per due popoli’ si riduce la Palestina ad una mera colonia essendo i concentrati industriali presenti in territorio israeliano.

Mandela era un lucido esponente – come del resto intellettuali tipo Chomsky – del sionismo di sinistra. I palestinesi hanno bisogno di armi per RIPRENDERSI QUELLO CHE E’ LORO non di solidarietà e compromessi.

Un grande leader antimperialista, Ahmed Ben Bella, morto due anni fa ( e lui avrebbe meritato onori da parte di tutti i marxisti ) insegnava che ‘ciò che viene preso con la forza non può essere ripreso con la forza’. Queste parole non si addicono a Madiba ed ai suoi ammiratori, da Obama fino agli epigoni del Pc cubano ( i signori che chiamano ‘narco-guerriglieri’ gli eroi delle FARC ). Questo deve essere capito !

Per il resto onore al resistente anticolonialista ed antirazzista che fu, almeno fino ai primi anni ’90, oltre non riesco ad andare, l’onestà intellettuale me lo impedisce.

Stefano Zecchinelli



1 commento:

  1. Sono abbastanza d'accordo. C'è anche una interessante parte di 'Shock economy" della Klein su Mandela che andrebbe riletta, proprio perché mette in luce le catene economiche liberiste alla base della nascita del Sudafrica post-apartheid che chiamano direttamente in causa Mandela e che son ben lontane dal togliersi. Anzi...

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