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sabato 12 febbraio 2011

Il Capitalismo Transizionistico degli anni '30.Lacune e dimenticanze della Ragion Borghese

1.La mancata ridefinizione del concetto di Imperialismo è una lacuna molto grave,non per ciò che riguarda l’approccio Liberale Classico che di certo non è coinvolto da questa critica,ma per ciò che riguarda coloro che si rifanno al Marxismo,nelle sue numerosi varianti,Marxismo Classico/Marxismo Rivoluzionario,Teoria M-L,ed infine i Neo-Marxismi.
In questo breve Saggio cercherò di sottoporre ad analisi l’Imperialismo dei Paesi dell’Europa Centrale nel periodo che va dagli anni’20 alla fine della guerra,approccio che ritengo fondamentale per colpire almeno due punti di forza dell’attuale Corporazione Universitaria:il Revisionismo Storico,che di certo ha un suo ‘’fondamento’’ teorico,e la legittimazione dello stato di cose presenti attraverso il ricorso al concetto astratto di ‘’democrazia’’.
Adesso inizierò ad analizzare il Fascismo e a mettere in risalto i suoi aspetti Imperialistici.

2.Il Fascismo è stato prima di tutto un processo controrivoluzionario ma la legge della controrivoluzione matura in un modo ben preciso:

‘’… dopo il completo logoramento e la sconfitta delle forze rivoluzionarie,la controrivoluzione fascista tenta di adempiere con nuovi metodi rivoluzionari e in una forma largamente differenziata,a quei compiti sociali e politici cui i così detti partiti e sindacati riformistici avevano promesso di adempiere,senza però riuscirvi nelle condizioni storiche date … ‘’ 1

Questa osservazione di Karl Korsch,eminente Teorico Marxista,uno dei più grandi dell’intero Novecento,c'entra pienamente il problema.
Marx nella sua analisi del Capitalismo,come ho avuto modo di dire,non si configura il passaggio da una epoca ‘’relativamente’’ reazionaria ad una ‘’totalmente’’ (e io nei miei scritti ho insistito sulla categoria politica della Totalità) reazionaria;per lui quando le forze produttive materiali entrano in contrasto con i rapporti di proprietà,dentro le quali si erano mosse,si subentra in una epoca di Rivoluzione Sociale.
Il Modo di Produzione Capitalistico è naufragato con le due Guerre Mondiali in una decadenza senza precedenti,tirandosi dietro le Sovrastrutture Politiche ed Ideologiche,e nonostante ciò il ‘’Socialismo Evoluzionistico’’ ha esaurito le sue risorse.
Gli anni ’20 hanno dimostrato come il Capitalismo,che è prima di tutto Transizionistico,potesse transitare ad una sua forma inedita;questa transizione è stata portata a termine da un movimento antioperaio,però oggettivamente progressivo e ideologicamente anticapitalistico e popolare.
Come disse Ignazio di Silone,il Fascismo è la controrivoluzione contro la rivoluzione che non ebbe mai luogo;la società capitalistica non crollò ed entrò,invece,in una nuova fase rivoluzionaria,in cui cerca di passare ad una formazione sociale più elevata.
La transizione capitalistica,avvenuta con ‘’metodi rivoluzionari’’,portò l’Europa dalla vecchia Anarchia Capitalistica ad un nuovo Capitalismo Monopolistico,che come abbiamo visto sarà Strutturale per la nascita dello Stato Sociale e l’avvento del Capitalismo Renano,tanto caro alla Sinistra ‘’Colta’’.
Sul carattere ‘’rivoluzionario’’ del Fascismo penso che Bordiga,in modo a dir poco geniale,cacci il velo di ipocrisia con cui si è coperta parte della Corporazione Universitaria,e lo stesso Circo Mediatico:

‘’ Il movimento che dovrebbe liquidare il marxismo rivoluzionario e la democrazia socialisteggiante non riesce che a vedere il problema storico e politico nei termini posti dal primo, e a sognare di risolverlo coi metodi da tanto tempo accarezzati dalla seconda, Ecco un bilancio semplice e esatto.
L'antitesi, così posta tra Roma e Mosca, diviene dunque la stessa antitesi che vi è tra il riformismo conservatore e collaboratore col capitale e il comunismo rivoluzionario della società presente.
Noi abbiamo sostenuto da tempo che vi è un piano di contatto tra fascismo e riformismo. Politicamente, la cosa diventa sempre più evidente  malgrado il sapore paradossale di quei primi giudizi critici. Tuttavia, riconosciamo al fascismo di aver apportato, nella politica di governo, un elemento nuovo che non si trova nei programmi della sinistra borghese riformista, come d'altra parte non si trova nei programmi dei partiti di destra tradizionali. Una teorizzazione di questo compito il fascismo non sa darsela, e se lo sapesse, non gli converrebbe  di farne la sua bandiera. Ed è sintomatico che il fascismo non si fabbrichi una teorizzazione diversa e nuova per mascherare la sua vera essenza , così come liberalismo, democrazia e riformismo sanno fare. Ciò avviene, nel quadro della spiegazione nostra, perché appunto il fascismo non sostituisce quei tradizionali movimenti, ma li risolve in sé, in un certo senso, continuandoli e completandoli in una sintesi dei loro espedienti antichi’’.2

Ecco chiarito il contenuto politico ed ideologico del Fascismo,o almeno abbiamo dato una chiara idea di come questo ‘’processo’’ sociale (e politico) abbia inglobato al suo interno correnti di diversa provenienza culturale,dai Tradizionalisti,ai Sindacalisti ‘’Rivoluzionari’’,fino ai Mazziniani.
Detto questo è bene smentire la tesi di Zeev Sternhell che non connotò politicamente il Fascismo,dicendo che questo aveva caratteristiche riconducibili sia alla Destra che alla Sinistra;la svolta a Destra dei Movimenti Neo-Fascisti,anche all’interno della Democrazia Post-Borghese (e che io chiamerei Pre-Totalizzante) è una cosa che gioca di certo a suo sfavore.
Tutto questo inoltre smentisce ciò che avanzò il vecchio Pci che voleva il Fascismo come una forma di degenerazione nazionalistica,la cui base sociale deve essere rivenuta nelle Strutture Economiche e Sociali Pre Capitalistiche del Sud Italia.
A demolire l’approccio di Gramsci sulla questione meridionale non ci ha pensato soltanto Bordiga,ma addirittura gli stessi Marx ed Engels nei loro scritti sul Risorgimento Italiano,dove prendono in esame il processo di industrializzazione avanzato nel meridione.
Senza soffermarmi più del dovuto su questo problema,è bene dire come il Pci abbia totalmente travisato non solo la gestione del potere politico da parte delle Burocrazie Mussoliniane ma anche l’Imperialismo Fascista,aprendo la strada all’attuale strumentazione storiografica della Corporazione Universitaria.
Il potere politico,nel periodo successivo la crisi del ’29,diventa un modo per limitare la produzione,sia quella pacifica e sia quella imperialistica di guerra,e di organizzarla per soddisfare i bisogni dei gruppi monopolistici.
Tirando le somme possiamo ben dire che si sono andate a configurare tre varianti del Fordismo:il Keynesismo Sociale,il Fascismo e lo Stalinismo;la guerra è stata soltanto l’ultimo atto di transizione verso la Democrazia Totalizzante.

3.Detto questo farò delle considerazioni sull’Imperialismo Fascista cercando,utilizzando le migliori analisi Marxiste dell’epoca,di compararlo con l’Imperialismo Democratico.
La crisi del ’29 stava segnando la fine del Mondo Multipolare e l’inizio di un Mondo in cui una sola potenza imperialistica,che poi saranno gli Usa,controllerà il mercato mondiale.
Gli Imperialismi dell’Europa Centrale sicuramente arrivano impreparati a questo scontro,infatti sia l’Italia che la Germania erano prive di colonie,e deboli all’interno del regime concorrenziale capitalistico.
Per sopperire a ciò questi Stati Nazionali reagirono attraverso la centralizzazione del processo produttivo,e la conseguente statizzazione dell’economia.
La conseguenza fu la formazione di una sorta di ‘’mercato corporativo’’,dove i Sindacati per sopravvivere,dovevano andare sempre di più a rapportansi alle Istituzioni Statali,fino a venire assorbite da queste.
A riguardo condivido in pieno l’Analisi fatta dal Gruppo Francese di ‘’Socialismo o Barbarie’’:

‘’ L’economia imperialista «nazionale» diventando un tutto che dovrebbe bastare a se stesso, lo Stato capitalista, senza perdere il ruolo di strumento di coercizione politica, ne acquistava un altro che divenne ogni giorno più importante: esso si trasformava in un organo centrale di coordinamento e di direzione dell’economia. Le importazioni e le esportazioni, la produzione e il consumo dovevano essere regolate da una istanza centrale che esprimesse l’interesse generale degli strati monopolistici. Così l’evoluzione economica dal 1930 al 1939 è caratterizzata dall’importanza crescente del ruolo economico dello Stato in quanto organo supremo di coordinamento e di direzione dell’economia capitalistica nazionale e degli inizi della fusione organica tra il capitale monopolistico e lo Stato. E non è un caso se in Europa le espressioni più complete di questa tendenza sono state realizzate nei paesi che, per la mancanza di colonie, si trovavano nella posizione più sfavorevole in rapporto agli altri imperialismi, cioè nella Germania nazista e nell’Italia fascista’’.3

La politica del New Deal non è nient’altro che la stessa cosa in un Paese Capitalistico più solido;che l’interventismo non risolve il problema,ma al massimo lo attenua nel breve periodo,è dimostrato dal massacro della Seconda Guerra Mondiale.
Paul Mattick a riguardo dice:

‘’ In tutte le nazioni capitalistiche la insufficienza di capitale rispetto alle esigenze capitalistico–sociali di accumulazione appare come un surplus nelle mani degli imprenditori monopolistici e di quelli ancora operanti sul piano della concorrenza. Un’analoga scarsità di capitale relativamente alle esigenze di espansione dell’economia mondiale appare, in tutte le nazioni capitalistiche e in ogni blocco monopolistico, come un surplus incapace di trovare un investimento proficuo all’interno delle ristrette strutture date. E’ da qui che traggono la loro origine i vari tentativi di allargare queste strutture, di conquistare più ampi Lebensraume (spazio vitale, ndr) e di dare ulteriore impulso al processi di concentrazione della ricchezza e della povertà mondiali. Il New Deal diventa la nuova guerra mondiale; la centralizzazione attraverso la concorrenza legale si trasforma nella centralizzazione mediante la forza bruta. Così, la produzione senza profitto e la “costruzione delle piramidi” si trasforma nella distruzione di capitale con mezzi militari’’.4

L’analisi di Mattich è interessante perché,con grande lucidità,dimostra come il Keynesismo Sociale svolga una funzione preparatoria al Keynesismo Militaristico,quindi come l’interventismo (ed il Riformismo Sociale) pongono (e non si limitano a non risolvere) il problema della guerra imperialistica.
Detto questo farò delle considerazioni sul conflitto fra le potenze imperialistiche,riprendendo la Teoria della guerra come ‘’ciclo di investimento’’.

4.Adesso procedo in estrema sintesi,dando però al lettore una idea chiara del problema che voglio affrontare.
Alan S. Milward osserva lo stock di capitale perso dall’anteguerra:3 per cento in Gran Bretagna,7 per cento in Italia,8 per cento in Francia,13 per cento in Germania.
La tesi dell’economista su citato attribuisce alla guerra la creazione di nuovo Capitale Fisso,che nel periodo successivo al ’39 andò a rimpiazzare altro Capitale.
R. Krengel calcola che il livello degli investimenti in Germania mantenne la capacità produttiva del 1940.
Da questi dati,e da tutta una serie di analisi che qui non riporto per ragioni di spazio,scaturisce la conclusione che l’apparato statale tedesco,esce rafforzato dalla guerra,e pronto alla ricostruzione dell’economia internazionale,cosa che non si è potuta di certo dire per l’Urss che restò isolata.5
Queste analisi danno ragione a Bordiga che vedeva nell’espansione dell’Urss,nel successivo ventennio,la necessità di distruggere capitali;del resto uno Stato ricorre alla forza quando è debole.
L’hanno capito questo gli intellettuali creduloni del vecchio Pci?Lo capiscono gli intellettuali dell’attuale Sinistra ‘’Colta’’?Ma non scherziamo per favore,non hanno capito,non capiscono,e forse non capiranno nulla!

5.Arrivati a questo punto direi che il discorso sull’Imperialismo Fascista dovrebbe essere chiaro al lettore e sospendo la mia analisi,per poi fare,in seguito,i rimandi ai Teorici di mio riferimento.
Dirò soltanto,in conclusione,che il Fascismo ha dato il peggio di sé proprio sulla questione nazionale,andando a Fascistizzare l’Italianità (Gobetti Anti-Italiano,per capirci!),attraverso la soppressione delle minoranze etniche e linguistiche (poi cavallo di battaglia del Movimento Sociale),e attraverso l’Imperialismo nei Balcani,in Libia e in Etiopia.
La mafiosissima Corporazione Universitaria giudica ‘’negativamente’’ il ventennio nero solo perché impediva a Bobbio e consorti di leggere i testi di Benedetto Croce,ma ignora totalmente che cosa sia stato l’Imperialismo.
Per ciò che mi riguarda vale di più una sola unghia,di un solo valoroso guerrigliero etiope,morto sulle rive del Lago Tana,che tutta la bibliografia di Benedetto Croce,pensatore,fra l’altro,molto sopravvalutato.
Non posso,inoltre,non accennare a come molti Teorici da me ripresi (Korsch,Mattick,Bordiga),in quella circostanza non abbiano capito l’importanza della questione nazionale.
E’ giusto dire che,in questa circostanza,Trotsky troneggia su Paul Mattick,ma cediamo la parola all’eroico capo dell’Armata Rossa:

‘’…Così essi definiscono il carattere della guerra in base alla forma politica dello Stato,giudicando questa forma politica in una maniera assolutamente superficiale e descrittiva,senza prendere in considerazione le basi sociali di entrambe le <<dittature>>.Un dittatore può anche svolgere un ruolo molto progressivo nella storia.Per esempio,Oliver Cromwell,Robespierre ecc …’’ 6

Direi che è un vero colpo nello stomaco a chi accusa l’Opposizione di Sinistra di non aver preso in considerazione la questione nazionale,oltre ovviamente alla grandissima produzione teorica del Marxista Catalano Andres Nin,che manda avanti ciò che a suo tempo disse Lenin sulle nazionalità.
Ora posso arrivare a trattare la parte conclusiva di questo mia lavoro.

6.Il Capitale Monopolistico,ed è bene dirlo,presenta nelle sue fasi storiche delle modalità diverse di degenerazione,quindi la lotta al Fascismo,e l’utilizzo stesso del termine Fascismo deve essere inquadrato storicamente,facendo,ovviamente,le dovute analisi riguardanti il rapporto fra Struttura Economica e Sovrastruttura Politica ed Ideologica.
Lukacs stesso chiamò le Democrazie Occidentali ‘’Democrazie Manipolate’’,riferendosi ai meccanismi di neutralizzazione del consenso,e alla creazione di un vero e proprio Mercato Politico e Culturale,conseguente al Mercato Economico.
Io ho sempre parlato di Democrazia Totalizzante;la Democrazia,infatti,è Totale per il semplice motivo che lo Stato di Eccezione cammina di pari passo con l’esercizio formale (e non sostanziale) delle libertà democratiche,ma per completezza è meglio che vi rimandi ai miei precedenti articoli,non è questa la sede adatta per ripetermi.

7.Quello che ora mi interessa dire,è il motivo che spinge la Corporazione Universitaria a non rimettere in discussione il problema dell’Imperialismo Fascista e di ridurre la critica a tale Regime,alle sole libertà democratiche negate.
Sicuramente il Clero Universitario ha trovato gioco facile con la tesi del Pci,che considerava la Resistenza la prima parte della Rivoluzione Democratica in Italia,cavallo di battaglia di Togliatti a Salerno e di Berlinguer con il Compromesso Storico.
Il processo di centralizzazione dei capitali negli anni ’30 ha dimostrato l’infondatezza di questa tesi,ma il lettore mi scuserà se non voglio guastarmi l’intestino;passare da Korsch a Luciano Gruppi richiede uno sforzo che non posso sostenere.
L’attuale Clero si trova a dover nobilitare una struttura imperiale,l’Imperialismo Yankee,impegnata in un processo di esportazione di Capitale Finanziario in tutto il Mondo,andando,comunque,a prediligere alcune Zone Strategiche rispetto ad altre.
Ora l’idea astratta di democrazia è stata la punta di diamante Yankee durante la Guerra Fredda,ed evidentemente lo è ancora oggi nella fase Multipolare.
Quindi era necessario riprendere l’aspetto,da lei più distante,del vecchio nemico (Potenze dell’Europa Centrale),cancellare ciò che li accomunava (entrambi erano Forze Imperialistiche!),e procedere alla fascistizzazione del nemico,o meglio dello Stato canaglia da togliere di mezzo (guarda caso iniziarono proprio con l’Egitto di Nasser!).
Ecco denudata la Mafiosissima Corporazione Universitaria,che dal Socialismo Illiberale di Berlinguer passa,attraverso un processo evolutivo assolutamente coerente,ad esaltare quello che,ancora per poco,è l’Imperialismo più forte.
Lo capiscono questo i gruppi che si dicono Comunisti?Ma per favore,non scherziamo,preferiscono accodarsi all’esangue Anticomunista di turno,offrendoci uno spettacolo davvero pietoso.

8.Questo è davvero l’atto conclusivo di questo breve Saggio,mi fermo qui e non intendo,ritornare,per ora,su argomenti già trattati.
Spero di aver messo a fuoco il concetto che mi ero proposto di analizzare fin dall’inizio,e soprattutto,fatto questo,spero che la Mafiosissima Corporazione Universitaria possa offendersi almeno un po’,del resto come non potrei,provare a strappargli quel velo di ipocrisia con cui da sempre si copre.

Note:

1)Karl Korsch ‘’La controrivoluzione fascista’’ Da Living Marxism.International Council Correspondence cit.,n.2 (autunno 1940);ora in New Essays,vol. V,pp. 29-37

2)Amadeo Bordiga ‘’Roma e Mosca’’

3)Manifesto di Socialismo o Barbarie presentato sul primo numero della rivista ‘’Socialismo o Barbarie’’

4)Paul Mattich sul New Deal (estratti) – Da ‘’Concorrenza e Monopolio’’ (Living Marxism n.3,primavera 1943).

5)Arrigo Cervetto ‘’La contesa mondiale’’ pp. 16-17 Ed. Lotta Comunista

6)Leon Trotsky ‘’Scritti sull’Italia’’ pag. 128 Massari Editore

Stefano Zecchinelli

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