tag:blogger.com,1999:blog-4866322805256429403.post5095715335213627895..comments2023-10-29T08:41:43.860-07:00Comments on OSSERVATORIO ANTICAPITALISTA: ''Antifa'', il braccio armato del neo-liberismo, di Diana JohnstoneFranz K. (Stefano Zecchinelli)http://www.blogger.com/profile/04813730836909666716noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-4866322805256429403.post-91268021588969379382018-05-07T01:14:42.840-07:002018-05-07T01:14:42.840-07:00L'articolo in questione lo scrissi lo scorso a...L'articolo in questione lo scrissi lo scorso anno. Credo che sia ancora attuale e meriti d'essere ripreso. La sinistra francese è storicamente malata di ''social-imperialismo'' quindi sostengo tatticamente Melenchon contro il neo-liberismo e la NATO, ma so benissimo che da parte sua non ci sarà nessun programma concreto d'abbandono dell'imperialismo. Più che altro bisogna capire nelle colonie francese in che modo i movimenti di liberazione nazionale si stanno organizzando. So che Kemi Seba sta facendo un buon lavoro in Senegal, solo per citare un esempio importante.Franz K. (Stefano Zecchinelli)https://www.blogger.com/profile/04813730836909666716noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4866322805256429403.post-85339914150757307462018-05-07T01:09:06.981-07:002018-05-07T01:09:06.981-07:00''Marine Le Pen non ha un coerente program...''Marine Le Pen non ha un coerente programma di nazionalizzazione di parte delle risorse, guardandosi bene dal toccare il potere dei banchieri e della borghesia, e in politica estera pochi analisti sottolineano il suo fanatismo sionista. Melenchon, al contrario, ha un programma che prevede la nazionalizzazione dell’industria pesante ed è contro la NATO e la UE. Si tratta di due ‘’populismi’’ molto diversi; uno reazionario ( Le Pen ), l’altro progressista ( Melenchon ). Detto questo anche l’ex trotskista Melenchon ha fatto pericolose concessioni all’imperialismo atlantico confermando la regola: la sinistra francese non riesce proprio ad essere antimperialista.<br /><br />Solo per fare un esempio è di qualche giorno fa l’uscita ‘’Bashar Al Assad è un criminale’’ 1, che, ad esmpio, cozza decisamente con le analisi fatte dai socialisti venezuelani e i comunisti cubani.<br /><br /><br /><br /> <br /><br />Non è la prima volta che il nostro sbaglia; nel 2011 il leader della sinistra francese si rifiutò di chiamare ‘’guerra’’ l’aggressione imperialistica contro la Libia di Gheddafi perché – a suo dire – l’intervento militare aveva l’autorizzazione dalle Nazioni Unite. Peccato che il giurista di sinistra, Danilo Zolo, abbia sottolineato la contrarietà al diritto internazionale dell’ aggressione neocoloniale contro uno Stato indipendente e sovrano.<br /><br />Melenchon è per l’uscita dalla NATO e si oppone alla russofobia dilagante in Europa; questo è innegabile e gliene rendiamo merito. Tuttavia non possiamo dimenticarci delle sue prese di posizione in favore della ‘’Francia coloniale’’. Di fronte alla distruzione della Libia, gli antimperialisti europei non possono che restare delusi dalle sue parole: Melenchon pensa che questo intervento ‘’è legato ai paesi dell’Africa del Nord. Non c’è futuro possibile per la Francia se lei si oppone al sentimento della maggior parte dei popoli del Maghreb, vale a dire, per la libertà e contro i tiranni’’ 2.<br /><br />Quindi, restando aderente agli ‘’interessi nazionali’’, Melenchon avrebbe appoggiato l’imperialismo francese contro i patrioti del Fronte di Liberazione nazionale algerino ( cosa che lo stalinista PCF fece ) oppure i franchisti spagnoli contro i marxisti baschi dell’ETA? Il giornalista Jean Bricmon, con un elegante articolo, mette in risalto le contraddizioni della sinistra francese: ‘’Beh, ma l’onorevole Mélenchon vive in un paese dove è illegale anche sostenere il boicottaggio pacifico contro Israele. Chi può credere per un secondo che l’attuale atteggiamento di sostegno ai ribelli sarà interpretato dai popoli del Maghreb come supporto alla libertà e non, per esempio, al controllo di uno stato petrolifero, come la Libia, o a riprendere piede militarmente e politicamente contro le rivolte arabe e, per quanto possibile, dirigerle in base agli interessi occidentali?’’ ( Jean Bricmon, La sinistra francese e la guerra in Libia, 2011 ).<br /><br />Oggi il leader del Fronte della sinistra chiede l’ingresso della Francia nell’ALBA sudamericana e noi ci auguriamo che, sulla Siria, ascolti i consigli dei comunisti cubani e dei socialisti venezuelani. L’abbandono del militarismo guerrafondaio è la condizione necessaria per sconfiggere l’imperialismo statunitense e il sionismo, il populismo lepenista e i rigurgiti neofascisti. Melenchon ne è consapevole? James Petras ha intravisto nella rottura con la NATO un importantissimo punto d’inizio ma il processo a seguire necessita del protagonismo della classe operaia, allo stato delle cose priva di una direzione politica coerentemente anticapitalista. L’Alleanza Atlantica e Israele sono il nemico principale, il nostro sembra saperlo ma poi inciampa sui cosiddetti ‘’interessi nazionali’’, del tutto interni alle dinamiche capitaliste occidentali. In parole povere, resta a metà strada''<br /><br />http://www.linterferenza.info/esteri/la-sinistra-francese-abbandonera-limperialismo/<br /><br />Franz K. (Stefano Zecchinelli)https://www.blogger.com/profile/04813730836909666716noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4866322805256429403.post-32539576172289156742018-05-06T11:14:19.503-07:002018-05-06T11:14:19.503-07:00Aggiungo una cosa sull'Union Populaire Républi...Aggiungo una cosa sull'Union Populaire Républicaine citata dall'autrice: sputtanata a sangue dalla sinistra tutta e dai sindacati, compresa la CGT, è da questi accusata di essere un partito di estrema destra e rosso-bruno, come da copione, ma in realtà il suo fondatore e segretario Asselineau proviene dalla tradizione del gaullismo di sinistra.<br />Non essendo cittadino francese non ho votato alle ultime presidenziali ma se avessi potuto farlo avrei senz'altro dato il mio voto ad Asselineau poiché fra tutti i candidati è stato l'unico a prendere una posizione seria e decisa sui temi fondamentali.<br />E' stato l'unico a dire chiaramente che bisogna uscire quanto prima da euro, NATO e UE, tutti temi sui quali il furbacchione Mélenchon ha evitato di esprimersi in maniera chiara facendo sempre mille distinguo.<br />E' stato l'unico a dire chiaramente che è venuto il tempo per la Francia di scrollarsi di dosso l'influenza USraeliana, che Israele commette crimini, che bisogna sostenere Assad come il legittimo presidente siriano e rafforzare i rapporti con Iran e Russia (tra l'altro ha spesso difeso Putin dalle assurde critiche rivoltegli dai media francesi, allineatissimi più di quelli italiani al mainstream occidentale).<br />Inoltre, è stato uno dei due soli candidati (l'altro era quello del NPA, su cui però stendiamo un velo pietoso per quel che riguarda tutto il resto del programma) a denunciare chiaramente il sistema iniquo della Françafrique e a chiederne l'immediato smantellamento contro gli interessi egoistici della Francia, laddove nel programma elettorale di Mélenchon, perfetto social-imperialista quando si tratta di andare ai fatti, non c'era nemmeno una parola al riguardo. Non solo, ma da quel che vedo Asselineau è anche il solo che si impegna seriamente per trovare una soluzione concreta ai problemi dei dipartimenti francesi d'Oltremare e per stabilire un rapporto finalmente equo con essi (se non altro per scongiurarne la secessione che a lui, in quanto gaullista di sinistra ma pur sempre gaullista, spiacerebbe assai). Il furbacchione Mélenchon rispose invece assai ambiguamente alle più che legittime proteste popolari in Guyana! Insomma per farla breve non sorprende affatto che l'UPR sia ingiuriata dalla sinistra politicamente corretta e dai sindacati gialli, e forse sarebbe il caso di sostenerla poiché, pur non essendo di ispirazione marxista, è forse quanto di più antimperialista si possa trovare nel panorama politico francese attuale (tra l'altro è fortemente statalista in economia, schierandosi senza riserve per la difesa delle aziende pubbliche contro le privatizzazioni).<br /><br />Cosa ne pensa Stefano Zecchinelli al riguardo?Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4866322805256429403.post-40762792444458719982018-05-06T11:13:11.516-07:002018-05-06T11:13:11.516-07:00Posso confermare che la situazione francese citata...Posso confermare che la situazione francese citata dall'autrice è un esempio calzante.<br />Lavoro a Lione da qualche anno e siccome quand'ero ancora in Italia avevo la buona abitudine di andare a manifestare coi compagni ogni primo maggio, martedì mi sono recato alla locale manifestazione organizzata dalla CGT a cui avevano aderito molti gruppi e gruppetti di sinistrati.<br />Una volta raggiunto il corteo, me ne sono andato quasi subito. Alla sua testa, anziché lavoratori come ci si aspetterebbe, i soliti spinellatori incappucciati dei centri sociali con bandiere LGBT e nazi-femministe che hanno ingaggiato scontri con la polizia, nel resto del corteo una miriade di bandiere dei ribelli siriani e dei separatisti kurdi.<br />Un militante dei Jeunes Communistes, organizzazione giovanile del PCF ormai compromesso col massone Mélenchon, mi passa un volantino. Gli do una rapida scorsa e vedo che alla fine si chiede genericamente pace in Siria. Chiedo al "camarade" quale sia precisamente la posizione del loro partito al riguardo e costui mi risponde che, pur condannando l'aggressione occidentale e i tagliagole fondamentalisti, non sostengono di certo Putin e il "tiranno Assad" (sic!).<br />Gli ho voltato le spalle e me ne sono andato senza dire nulla in direzione casa, perché dopo quanto visto e sentito alla fine ho realizzato con una certa mestizia che tra tutte le persone presenti in quel momento quelle con cui solidarizzavo di più erano i poliziotti, senza dubbio custodi di un ordine iniquo ma allo stesso tempo padri di famiglia e lavoratori pagati come operai per prendersi gli sputi e le bombe carta dei suddetti stronzetti antifa di inizio corteo.Anonymousnoreply@blogger.com