lunedì 9 aprile 2012

La parabola dell'imperialismo europeo: dal fascismo alla subordinazione atlantica, di Stefano Zecchinelli




1. Analizzare il processo di integrazione europea è un compito di certo non semplice, dati i profondi mutamenti che, dal secondo dopo guerra ad ora, hanno coinvolto le strutture degli Stati imperialistici europei. In questo articolo cercherò – in sintesi – di mettere a fuoco queste tappe facendo, di volta in volta, emergere il ruolo che l’imperialismo americano ha avuto nella nascita della Comunità Europea.
Furono gli Stati Uniti – infatti – a finanziare, versando circa 50 milioni di dollari a tutti i movimenti europeisti, questo processo di integrazione. L’inizio quindi è più che promettente.
Una Europa debole e asservita all’imperialismo più forte, era un modo per frenare una possibile espansione dell’Unione Sovietica. Preoccupazione di bassa leva dato che, come si capirà chiaramente con la così detta coesistenza pacifica, l’Urss non aveva nessuna intenzione di arrivare allo scontro diretto.
Cerchiamo di fissare le coordinate che porteranno alla nascita dello Stato unico europeo. L’approvazione del Piano Marshall voleva dare un doppio colpo micidiale ai Partiti comunisti togliendogli la loro ampia base sociale. Gli obiettivi che la nuova elitè dominante si prefissava di raggiungere, di base, erano due: (1) mantenere in vita le aziende che rischiavano di fallire, e quindi le multinazionali americane potevano continuare a fare affari in Europa; (2) attraverso lo ‘’Stato sociale’’ creare un tenore di vita relativamente buono, congelando le rivendicazioni sociali.
L’operazione è alquanto complessa quindi mi tocca fare luce sui retroscena. Per questa operazione gli Usa si affidarono a Franck Wisner Jr, ex agente dell’OSS, incaricato di portare avanti una guerra psicologica anticomunista.
Nel 1956 l’Europa era secondo gli strateghi Usa, un baluardo nella lotta al comunismo; partendo da questi presupposti – infatti – l’imperialismo americano inizia la sua espansione ad Est, conducendo una battaglia non solo politica e militare, ma anche ideologica contro il marxismo e contro i movimenti di liberazione nazionale. I cavalli di battaglia degli ideologi del Pentagono era le teorie sul totalitarismo della Arendt e Brzezinskj e quelle sullo scontro di civiltà di Kissinger ed Huntigton.
Già all’epoca le parole, i termini (si noti: contenimento, pluralismo, dittatura), avevano un significato importantissimo.

2. Adesso parlerò dei principali movimenti europeisti, che, nella lotta frontale ai comunisti, si vennero a creare nell’immediato dopoguerra.
Churchill, che negli anni ’30 fu un simpatizzante del fascismo italiano, il 19 settembre 1946 a Zurigo, cercò di mettere in piedi un’asse anti-Urss che comprendeva Inghilterra, Francia e Germania. Nel maggio 1948 ‘’il loro’’ crea il Movimento Europeo, di cui diviene presidente onorario insieme ad Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Paul Henri Spaak, ed il ”massone di sinistra” Leon Blum.
Un altro uomo della massoneria regolare, Altiero Spinelli, fondò, nel ’43, il Movimento dei Federalisti Europei.
La CIA sostiene questi movimenti in modo molto sporco: dal ’49 al ’51 versa una somma pari a 5 milioni di euro, fondi speciali concessi dal Dipartimento di Stato Usa. Ma non finisce qui: fino al 1953 la cifra sale a 15 milioni di euro. Ormai era chiaro che lo Stato unico europeo doveva essere una spina nel fianco all’espansionismo sovietico (contenere cosa?), e dall’altra parte doveva fungere da ‘’portarea’’ dell’imperialismo yankee nell’esercitare la sua egemonia nel mondo unipolare.
Nel 1956 Jean Monnet si vede versare, dalla Fondazione Ford, una somma pari a 150 milioni di euro, somma che poi verrà girata ad Henri Rieben, professore di Losanna, per fondare un Centro di ricerche europeo.
Insomma è chiaro ai più che l’Unione Europea nasce sotto la benedizione degli Stati Uniti con il solo fine di accerchiare il colosso sovietico e – cosa che spesso sfugge – di integrare i vecchi Partiti comunisti, facendo leva su correnti revisioniste (come nel Pci italiano i miglioristi di Amendola e Napolitano), nel neo-capitalismo.


3. Un altro passo importante è il riciclaggio dei fascisti che, in funzione anti-comunista, sono passati dalla parte delle forze atlantiche.
Dal 29 al 31 maggio, in Olanda, si tenne la prima riunione del Gruppo Bilderberg. Gli inviti provenivano dal principe Bernhard zur Lippe-Biesterfeld che – come è noto – fu un simpatizzante di Hitler nel periodo fra le due guerre; a monte di questi inviti c’erano ‘’questioni di grande importanza per il mondo occidentale’’. Insomma, non è difficile capire di cosa si trattava dato il contesto.
Le questioni di grande importanza per il ‘’mondo occidentale’’ erano due: la lotta al comunismo (Unione Sovietica, movimenti anticoloniali, Partiti comunisti europei, ecc…) e la lotta al gaullismo.
Uno degli ideatori di questa iniziativa fu  Charles D. Jackson, uno dei principali esponenti del maccartismo americano e della ‘’guerra psicologica’’ contro il socialismo. Fra i primi relatori abbiamo gente come l’italiano Alcide De Gasperi e David Rockeffer; gli invitati furono settanta, di cui una cinquantina erano all’oscuro dei progetti degli organizzatori. L’obiettivo primario era quello di fare pressione sui governi in nome di un Nuovo Ordine Mondiale pilotato dagli Stati Uniti.
Bisogna rilevare che l’intero dibattito è ruotato attorno al pericolo di un complotto comunista mondiale: l’imperialismo si appoggia sempre alla minaccia di un complotto contro le singole ‘’patrie borghesi’’; così fece Hitler quando delirò di un complotto giudaico-massonico (e in realtà stipulò vari accordi con le borghesie sioniste) e così fanno gli Usa, contro socialismo (prima) e contro un improbabile complotto islamico mondiale (ora).
Da lì l’ideologia reazionaria della NATO e di Gladio contro il comunismo e il nazionalismo di sinistra.
Con la seconda conferenza, che si tenne in Francia dal 18 al 20 marzo 1955, il Bilderberg diventa una organizzazione con una propria struttura intera. 1
Il problema per i servi dell’imperialismo Usa era quello di diffondere l’anti-comunismo nel mondo. Nel 1957 – solo per fare un ulteriore esempio – nasce a Madrid il CEDI (Centro europeo di documentazione e di informazione). Monsignor Balaguer, in fondatore dell’Opus Dei, voleva una Internazione Anticomunista sul modello della Asse Germania-Italia-Giappone, solo che alla guida di questa nuova organizzazione internazionale dovevano esserci gli Usa. La Spagna franchista diventa quindi per gli yankee un importante laboratorio dove produrre ideologia ultra-liberista.
Il CEDI ebbe un peso eccezionale anche nella stipulazione del Trattato di Roma che segnò la nascita della Comunità Europea. Quindi la ‘’nuova Europa’’ ha la benedizione di agenti franchisti convertiti alla egemonia dell’impero americano.

4. Nel 1957 con il Trattato di Roma nasce la Comunità Economia Europea (CEE), che nel 1967 diventa Comunità Europea.
Nel 1979 si cercò di dargli un contenuto politico, da marxista direi assestamento sovrastrutturale, e si elesse il primo Parlamento Europeo. Adesso abbiamo un punto di svolta: farò, quindi, una breve panoramica sugli avvenimenti recenti e poi mi soffermerò sul Trattato di Lisbona che, secondo me, stravolge la struttura economica dell’Europa (o se si vuole dell’imperialismo europeo). Nel 1993 con il Trattato di Maastricht inizia ad essere smantellato lo Stato sociale; si stabilisce l’approvazione, nel 2002, della moneta unica europea. L’Europa con le Commissioni e il Consiglio Europeo ha già il suo governo sovranazionale, mentre la Corte di Giustizia funge da magistratura internazionale. Muta tutta la sovrastruttura politica degli stati, in una chiara direzione socio-economica: si gettano le basi per un blocco egemonico interno – secondo i piani di Washington – al Nuovo Ordine Mondiale con a capo gli Usa.

5. Nel 1993 nasce ufficialmente Transparency International a Berlino, fondata da Peter Eigen; le fasi che porteranno alla sua nascita sono, principalmente, tre: (1) fase di incubazione 1984-1989; (2) fase organizzativa 1989-1993; (3) e poi dal 1993 diventa operativa.
A monte di ciò ci sono gli incontri fra Filippo Duca di Edimburgo con i massimi esponenti delle tre religioni monoteiste (cattolicesimo, ebraismo, islamismo), nel tentativo di moralizzare l’economia.
Eigen in un suo saggio del 1996 Combattere la corruzione, afferma che questa è nemica del buon governo. Lo stratega neo-imperialista capisce che è necessario creare grandi movimenti di massa e, per fare ciò, bisogna dare un involucro progressista a finalità assolutamente reazionarie. Si gettano le basi per le rivoluzioni colorate che gli Usa e l’Unione Europea utilizzeranno contro i governi che non privatizzano le risorse.
La lotta per la ‘’trasparenza’’ passa, secondo Eigen, attraverso un ‘’legale’’ colpo di stato: i capi degli ‘’stati canaglia’’ vengono screditati, e i ‘’movimenti colorati’’ in nome di democrazia e libertà, chiedono la svendita dell’industria nazionale. Insomma Eigen sta alla Comunità Europea come Samuel Huntington sta all’imperialismo yankee (con i dovuti distinguo fra i diversi schieramenti politici: i liberal e i neo-conservatori): interessante notare come alla base del pensiero di entrambi (Eigen e Huntington), ci sia il pensiero del giurista nazista Carl Schmitt.
La moralizzazione dell’economia imposta dalle elitè economiche si rapporta molto bene all’enciclica di Karol Woytila, scritta in ricordo dei cento anni dalla Rerum Novarum di Leone XIII; nel 1991 Woytila in nome di una economia sociale di mercato attacca frontalmente il socialismo.
Dal testo dell’enciclica (solo per fare un esempio) si legge:
‘’ Inoltre, la società e lo Stato devono assicurare livelli salariali adeguati al mantenimento del lavoratore e della sua famiglia, inclusa una certa capacità di risparmio. Ciò richiede sforzi per dare ai lavoratori cognizioni e attitudini sempre migliori e tali da rendere il loro lavoro più qualificato e produttivo; ma richiede anche un’assidua sorveglianza ed adeguate misure legislative per stroncare fenomeni vergognosi di sfruttamento, soprattutto a danno dei lavoratori più deboli, immigrati o marginali. Decisivo in questo settore è il ruolo dei sindacati, che contrattano i minimi salariali e le condizioni di lavoro’’.
E ancora:
‘’Infine, bisogna garantire il rispetto di orari «umani» di lavoro e di riposo, oltre che il diritto di esprimere la propria personalità sul luogo di lavoro, senza essere violati in alcun modo nella propria coscienza o nella propria dignità. Anche qui è da richiamare il ruolo dei sindacati non solo come strumenti di contrattazione, ma anche come «luoghi» di espressione della personalità dei lavoratori: essi servono allo sviluppo di un’autentica cultura del lavoro ed aiutano i lavoratori a partecipare in modo pienamente umano alla vita dell’azienda’’.
Molto interessante! Da una parte abbiamo il rifiuto delle economie pianificate e dall’altra l’apologia degli ammortizzatori sociali. Ogni regime reazionario ha bisogno di una base sociale e Woytila, questo, lo sapeva fin troppo bene. Inoltre in questo testo c’è, a mio avviso, una ripresa del rotarismo delle origini di cui Gramsci ha fornito una insuperata analisi nel Quaderno su Americanismo e fordismo.
L’atto che consacra questo processo (la guerra delle elitè contro i ceti popolari) è l’approvazione del Trattato di Lisbona.

6. Il Trattato di Lisbona è un tentativo di assestamento sovrastrutturale molto importante, dato che si tratta della prima Costituzione Europea. E’ un testo lungo la bellezza di 2800 pagine, che nessun giurista o politologo si è preso la briga di spiegare. Cerco di essere più preciso.
Volendo ragionare in termini strettamente tecnico-giuridici non si può parlare di Costituzione dato che manca la ‘’ratifica’’ popolare, ma, in concreto, questo Trattato ha tutti i poteri di una Costituzione. Il testo è estremamente complesso, pieno di termini tecnici e inaccessibili ai non addetti ai lavori. In Italia è stato ratificato, all’insaputa di tutti, l’8 agosto 2008, mentre in Europa abbiamo avuto una eccezione per l’Irlanda, dove ci fu un referendum popolare che, inizialmente bocciò il Trattato. Questo ‘’trattato’’ porta alla massima realizzazione il disegno di Eigen: ci sarà, quindi, un nuovo governo sovranazionale a cui dovranno attenersi gli stati membri. La Commissione, che poi ha una ramificazione burocratica oggettivamente complessa, e il Consiglio saranno l’esecutivo, il Parlamento non avrà nessun potere effettivo, e la Corte di giustizia si premurerà, tramite sentenze vincolanti, l’esecuzione delle direttive.
La nuova Unione avrà frontiere esterne, e deciderà a maggioranza chi potrà entrare nei nostri territorio. In questo modo si rende più agevole la delocalizzazione del processo produttivo.
Ancora due parole sulla nuova macchina burocratica: le leggi verranno emanate da Commissioni e Consiglio, mentre il Parlamento, di fatto, non ha nessun compito. Il Trattato stabilisce che se i parlamentari vorranno contestare una legge, dovranno ottenere una maggioranza qualificata nel Consiglio dei Ministri e una maggioranza assoluta dei deputati. Interessante come dietro lo stato borghese-liberale si allunga sempre di più l’ombra della svastica.
Un’altra cosa: il Principio di Sussidiarietà. Nel caso ci sia confusione fra gli organi della UE su chi deve eseguire un compito, in questo caso si fa riferimento all’organo che garantisce maggiore efficienza, e quindi il Consiglio dei Ministri.

7. In campo internazionale si stabilisce la cittadinanza europea, e si inizia a creare un esercito europeo, attraverso il ricorso alle società per azioni. A chi servono questi eserciti? Partiamo dal presupposto che le potenze NATO si muovo su procura degli Stati Uniti ed è tutto chiaro.
In Francia questa ‘’Costituzione’’ fu bocciata nel 2005 perché ritenuta ‘’socialmente frigida’’. Per dirla tutta uno dei suoi principi fu ‘’libera concorrenza senza distorsioni’’; interpretiamo la neo-lingua: ‘’pluralismo nel mercato, carta bianca alle multinazionali, schiacciamo i diritti dei lavoratori’’. Il Trattato, ad esempio, aumenta la produzione agricola, sovvenzionata con un miliardo di euro al giorno, ma non tutela i diritti dei braccianti. La sanità pubblica viene totalmente distrutta, e i diritti dei pazienti vengono inseriti fra le normative per il funzionamento del Mercato Interno. Cosa c’entra la sanità con il mercato? Mercificazione dei corpi? Ormai la svastica si vede chiaramente. Il Trattato non prevede nessun modo per finanziare il Capitolo Sociale, e la Banca Centrale Europea può imporre a tutti la stabilità dei prezzi contro la piena occupazione.
Per finire: il sistema giudiziario. Il Trattato adotta la Carta dei diritti Fondamentali che verrà imposta a tutti gli stati membri dell’unione. L’organo che interpreta questa carta è la Corte di Giustizia che ha sede a Lussemburgo. Ora – e qui è chiara la bestialità della macchina imperialistica – chi elegge questi giudici? Semplice, li eleggono i governi, alla faccia della sovranità popolare che dovrebbe essere alla base della democrazia. L’incompatibilità fra neo-liberismo e democrazia, a poco a poco, dovrà entrare nella testa di tutti.

8. Una volta chiarito il punto di inizio di questo processo e una volta accennate le brutali conclusioni possiamo fare un primo bilancio:
 (1) Gli Stati Uniti hanno, fin da subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, cercato di imporre all’Europa il proprio modello capitalistico: il managerialismo. L’Europa ha reagito contrapponendogli il keynesismo sociale (da non confondere assolutamente con il keynesismo militaristico), per ciò che riguardava le politiche economiche, e con un progetto imperialistico indipendente (che era il piano di De Gaulle) per arginare l’espansionismo Usa. Il keynesismo sociale è stato brutalmente sconfitto (senza nessuna possibilità di ritornare al passato) e l’imperialismo europeo vacilla.
 (2) Se nel periodo 1945-1989 l’obiettivo Usa era la distruzione dell’Urss adesso, la principale potenza imperialistica, deve impedire la formazione di blocchi egemonici che non rientrano nel Nuovo Ordine Mondiale da lei pianificato. Questo processo non necessita soltanto dell’imposizione del suo sistema economico-sociale ma delle completa subordinazione militare dell’Europa. Ripeto ancora una volta: le potenze NATO si muovono su procura degli Stati Uniti.
(3) Il neo-liberismo è inscindibile dalla militarizzazione del mondo che diventa, allora, parte integrante dell’imperialismo contemporaneo, a dispetto di democrazia e libertà politiche (fine della vecchia democrazia borghese).
Su questi punti fondamentali devono concentrarsi, oggi, i movimenti anticapitalisti, avanzando rivendicazioni transitorie (e quindi che mettano in discussione la legittimità del sistema stesso) come – solo per fare un esempio – una petizione popolare che chieda lo scioglimento della NATO. La rottura con l’imperialismo Usa ed il sionismo bellicoso ( Israele e le lobby ebraiche in occidente ) è la condizione necessaria per poter ricondurre la lotta anticapitalistica entro i giusti binari, favorendo il mondo del lavoro, i ceti popolari e proletari, uniti in una alternativa di società redistributiva.

Stefano Zecchinelli

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